Santuario Maria
SS dell'Alto

Finalità

Il bene ha notevoli potenzialità sotto diversi aspetti. Come meglio dettagliato in altri capitoli, la sua collocazione lo pone sulla sommità del monte Bonifato, all’interno dei ruderi dell’antico Castello dei Ventimiglia, connesso ai sistemi di percorsi pedonali che si intersecano all’interno della RNO Bosco d’Alcamo e vicinissimo a diversi siti di interesse archeologico/paesaggistico rinvenuti durante anni di campagne di scavi. Mediante il recupero ed il restauro conservativo previsto, l’intento è quindi, quello di offrire al visitatore un’esperienza completa che fino ad oggi si ferma al poter percorrere i sentieri e visionare le emergenze architettoniche presenti poco al di sotto del santuario e del castello. Ma queste erano un tempo parte integrante del complesso urbanistico dell’insediamento dell’antica Longarico che si sviluppava appunto attorno al castello. Ad oggi il visitatore non può accedere al cortile della chiesa che offre un incantevole panorama, non può visionare l’antica prigione del maniero, e non conosce la storia della chiesa, della sua fondazione e del perché venne eretta proprio in quel preciso punto. Finalità del progetto è dunque quella di rendere accessibile questo bene e renderlo parte integrante del patrimonio archeologico e naturalistico presente sul monte Bonifato. Parallelamente, l’intento è anche quello di poter sfruttare il più possibile questo bene per incontri di preghiera, riunioni, eventi ecclesiastici, ritiri spirituali, ecc. Questo santuario infatti, meta di numerosi fedeli, festeggia la Madonna dell’alto giorno 8 Settembre, giornata in cui viene fatta una processione e diverse messe; la fruizione del bene è però purtroppo limitata a causa delle condizioni strutturali precarie di alcune parti delle antiche mura e della mancanza di servizi igienici per disabili. Rendendo il bene facilmente accessibile, abbattendone le barriere architettoniche, mettendolo in sicurezza e dando alcuni servizi, la fruizione dello stesso verrà implementata ed incoraggiata. 

 

Target di pubblico e parametri per la stima del potenziale bacino di riferimento.

La triplice valenza del bene: religiosa-architettonica-naturalistica, grazie al particolare contesto in cui si trova, consente di avere un vasto target di pubblico e di fruitori.  

Riguardo l’attività religiosa, sono previsti oltre all’implementazione delle messe domenicali e di particolari festività anche incontri di preghiera, riunioni, eventi ecclesiastici, ecc. Il “turismo religioso” è parte fondamentale del progetto in quanto la proprietà auspica un ripopolamento del bene prettamente sotto questo aspetto. La canonica, adeguata con i nuovi servizi igienici e risolti i problemi di umidità potrà ospitare alcuni frati anche la notte; sono previsti lo svolgersi di incontri di giovani associazioni legate alla Chiesa soprattutto nel periodo estivo, dei campi scout, adorazioni eucaristiche, ritiri spirituali ecc. 
Riguardo l’attività legata all’aspetto architettonico, il pubblico verrà attratto da una più funzionale e completa fruizione del bene in sé, inserito anche nel contesto degli scavi e delle emergenze architettoniche presenti nell’area circostante. Sono previsti tour e visite guidate organizzati da varie associazioni che porteranno il visitatore alla scoperta dell’antico insediamento e che si concluderanno sulla sommità della montagna proprio all’interno del bene in questione recuperato. Proprio il sentiero già esistente denominato “sentiero archeologico”si snoda tra i ruderi del piccolo borgo medievale Bunifat posto sulla cima del Monte Bonifato, alla scoperta dei resti dell’antica comunità. Lungo il percorso si può osservare: la Funtanazza (serbatoio pubblico medievale), la Porta della Regina (il più importante degli accessi all’abitato); i resti delle abitazioni, le cisterne, con le volte a sesto acuto e/o a botte, realizzate per sopperire alla carenza d’acqua nel centro abitato e databili tra il XII e il XIII secolo, le due torri che chiudono le fortificazioni sui versanti Est e Sud-Ovest, il possente muro di cinta, di larghezza pressoché uniforme di due metri, che si sviluppava in almeno quattro lunghi tronconi e cingeva l’abitato di monte Bonifato, e le neviere altre riserve idriche a supporto del Castello di Ventimiglia. 


L’attività legata all’aspetto naturalistico, invece, è strettamente legata alle altre due in quanto verrà scoraggiato l’uso delle automobili per il raggiungimento del santuario a favore dei tre sentieri esistenti che si dipartono dal piazzale della “Funtanazza” dove si può lasciare comodamente l’automobile o dove può sostare un bus. Soprattutto nella bella stagione, si prevede una notevole affluenza di visitatori amanti della natura, amanti delle camminate, dello sport, del trekking e del buon vivere in generale. I sentieri più interessanti da un punto di vista naturalistico sono quelli denominati “San Nicola” e “delle orchidee”. Percorrere il sentiero di “San Nicola” per il visitatore è fare, nella buona stagione, un bagno di sole e di profumi. Il paesaggio qui cambia radicalmente, lo sguardo spazia verso sud e l’interno della Sicilia. Ai lati del sentiero alberi di giuda, terebinto e cespugli di lentisco dalla cui corteccia si estrae la resina nota come mastice di chio. I declivi rocciosi sono occupati dalla gariga: l’ampelodesma, la palma nana, la ferula, il cappero, piante che hanno rivestito un ruolo importante nell’economia contadina di un tempo. Il giallo delle ginestre e l’odore pungente della ruta, dell’assenzio, dell’origano e della menta selvatica. Le giovani chiome del pino d’Aleppo, “albero pioniere” ricoprono il sottobosco in cui predomina l’asparago pungente i cui teneri germogli vengono consumati lessi in risotti e frittate. Lungo il sentiero la vegetazione cambia a causa dell’altitudine: l’euforbia cespugliosa lascia il posto all’euforbia arborescente e all’acanto che si trovano solo ad una altezza di 500 metri. Mentre quello “delle orchidee” è tracciato sul versante Ovest, si insinua attraverso pini domestici e pini d’Aleppo di recente impianto, nonché cipressi e frassini dai quali un tempo si estraeva la manna. La minore densità degli alberi con conseguente migliore insolazione del suolo è la causa della presenza di un sottobosco con un maggiore sviluppo e varietà di specie. Tra queste, quelle arbustive che lo compongono: l’Ogliastro i cui teneri rami vengono utilizzati per l’intreccio di ceste, il prugnolo dalle molteplici proprietà medicinali. Tra le specie erbacee troviamo qui come in tutta la riserva il pungitopo, il cui rizoma insieme alle radici di asparago è impiegato nella preparazione di infusi e distillati. Caratteristica del percorso è la presenza di 28 specie di orchidee che all’ombra del sentiero trovano il loro habitat naturale. Da agosto ad ottobre insieme alla fioritura delle orchidee si possono osservare le lunghe infiorescenze della scilla marittima il cui bulbo ha proprietà cardiotoniche. 

 

Modalità di gestione previste, con una proiezione almeno quinquennale.

Le comunità Religiose Alcamesi con in testa  l’associazione Religiosa “Madonna dell’Alto “ che si prende cura del Santuario da tempo immemorabile  guidata dal Sacerdote protempore in carica , fin dalla nascita del Santuario è stata sempre presente e sempre in modalità di volontariato ha svolto un ruolo importante per la cura anche materiale del Santuario, eseguendo piccole opere di manutenzione ordinaria e mantenendo le strutture per quanto possibile fruibili ed è assolutamente idonee garantendo una costante presenza . 
Il progetto di restauro e risanamento progettato permetterebbe una svolta decisiva alla rivalutazione e ricostruzione di un complesso più fruibile e più ricco di attività che a oggi sono preclusa dallo stato di decadenza della struttura associata alla Chiesa, inoltre come citato, l’associazione Parrocchiale con la sua continua presenza garantisce l’equilibrio tra le attività e il miglior mantenimento possibile delle strutture e delle aree di pertinenza.
Tra gli obbiettivi primari, oltre la sicurezza dei luoghi, c’è soprattutto la riqualificazione dei locali sotterranei di grande valore storico e architettonico ma soprattutto Religioso inquanto ambientazioni suggestive e sicuramenti particolari nel loro genere. 
L’utilizzo generale non è chiaramente a scopo di lucro, ma vengo eseguite di tanto in tanto delle manifestazioni popolari con raccolta di fondi totalmente volontaria e libera che permettono, come sino a oggi fatto, di mantenere un fondo spese per il Santuario, sempre allo scopo di gestire e mantenere nel tempo la fruibilità al pubblico. 
In termini di Tempo non esiste a oggi una scadenza programmata, come in passato le attività e il Santuario stesso saranno mantenute nel tempo.